GIANNI DE TORA |
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1980 Galleria Fiumarte di Roma 27 Febbraio-8 Marzo |
ARTICOLO DI FRANCA ZOCCOLI SU ''IL RESTO DEL CARLINO'' DI ROMA DEL 19.3.1980 |
Sette artisti napoletani alla '' Fiumarte'' di Roma
DITELO CON LA GEOMETRIA ROMA - Il novogeometrismo napoletano, conosciuto finora solo limitatamente al di fuori della propria area geografica, viene adesso alla ribalta con la pubblicazione di un'importante monografia dedicata al gruppo ''Geometria e ricerca'' (Luigi Paolo Finizio, ''L'immaginario geometrico'', Istituto Grafico Editoriale Italiano). In concomitanza è iniziata una serie di mostre: i sette artisti del gruppo espongono attualmente alla Galleria Fiumarte; prossima tappa, in aprile, il Museo del Sannio a Benevento. Un sodalizio il loro, formatosi nel 1975, quanto mai eterogeneo e flessibile. Unico punto di convergenza la geometria, riproposta come strumento per identificare e analizzare prelievi di realtà. L'operazione si risolve però in mimesi di elementi appartenenti al mondo tecnologico piuttosto che in un processo di semplificazione razionalizzante. Manca negli artisti napoletani qualsiasi tendenza riduttiva. Policromia accesa in luogo dell'azzeramento cromatico, rilancio dell 'oggetto artistico, recupero della materialità con rivalutazione dell'aspetto artigianale. Ne consegue che è rifiutata la grande misura a favore di un formato più domestico in sintonia con l'ambiente, verso il quale i riferimenti sono multipli. L'esuberanza meridionale si manifesta in una festosità grintosa talora percorsa da una vena popolaresca, in un senso spiccato del movimento e dello spettacolo non igna- ro delle esperienze cinetiche ed op. Ciò è particolarmente vero per Di Ruggiero con la sua imbizzarrita segnaletica proliferante, per De Tora con i suoi giochi vistosi e un po' stregoneschi, per Testa che suggerisce caleidoscopi e illusionistiche tastiere. Barisani e Tatafiore, essendo i più anziani del gruppo (sono nati rispettivamente nel 1918 e 1919) affondano le proprie radici in lontane esperienze concretiste per approdare oltre; le forme, talvolta ritagliate, offerte in porzioni, sono rivelate in una loro insospettata identità che travalica il dato euclideo. Infine nelle costruzioni di Trapani l'equilibrio statico, contraddetto dalla linea ondulante e da germinazioni di colore, appare alogico, mentre nel più giovane, Riccini, l'impostazione geometrica diviene molto libera con quelle scabre bandiere a campi araldici realizzate in pittura-pittura. Sempre alla Fiumarte ha avuto luogo con un vivace dibattito la presentazione del volume ''L'immaginario geometrico'' da parte di tre critici. Carlo Belli ha preso lo spunto dal lucido studio di Finizio, che inserisce la storia dei sette artisti nella più vasta vicenda dell'astrattismo italiano; Mirella Bentivoglio ha puntualizzato come, nel gruppo preso in esame, la geometria non abbia più una funzione costruttiva ma divenga una pura scelta iconografica; Enrico Crispolti si è soffermato sulla difficile condizione dell'operatore ar- tistico nel sud, all'interno di un quadro socio-economico di grave emarginazione anche culturale. |
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